Montecarlo di Lucca

Pittoresco borgo medievale toscano nella provincia di Lucca


Montecarlo è un piccolo borgo medievale situato su di una collina a 162 metri sul livello del mare e a 15 km dalla città di Lucca.

Il paese fu fondato da Carlo IV di Boemia nel XIV secolo attorno alla Rocca del Cerruglio ed in suo onore fu nominato Montecarlo. Nel XIV secolo Montecarlo è stato un importante presidio strategico durante le guerre fra Lucca Pisa e Firenze.

La storia di Montecarlo si intreccia con quella dell’attività vinicola, di qui il significato del suo antico nome Vivinaia, ossia passaggio lungo la via del vino, che attraversava tutta la collina di Montecarlo. Fino al tardo Medioevo questo territorio si caratterizzò infatti per la produzione di vini di pregio organizzata dagli ordini religiosi. Testimonianza ne fu il Monastero di Benedettini fondato nel 1200 a San Martino in Colle, che contribuì a conferire quelle caratteristiche che nell'età dei liberi Comuni vennero riconosciuto al vino di Montecarlo: "chiaro, vermiglio, puro e franco".

I primi tavernieri appaiono nel 1371. Questi cominciarono a sigillare i barili di vino rosso Trebbiano e a trasportarli sui carri, per voi vendere il vino.

Il vino di Montecarlo, per tutto il XIV sec., è stato commercializzato ad Altopascio (che a quei tempi era un piccolo villaggio del Comune di Montecarlo); a Lucca, sotto il dominio fiorentino, e quindi a Firenze. Fino al 1567 la comunità paesana di Altopascio offriva vari fiaschi di Trebbiano al Duca Cosimo I De Medici. E’ da tenere presente che dal 1400 al 1500 il vino bianco di Montecarlo raggiungeva, nelle contrattazioni sul mercato di Firenze, prezzi superiori a qualsiasi altro vino. Ma i vini di Montecarlo raggiunsero anche un’altra importante comunità della cristianità, quella dei Papi. Infatti, nel 1408 Papa Gregorio XII decise di assaggiare in un pranzo il vino del luogo durante una visita a Lucca, e da quel momento continuò sempre a bere quel vino, ordinando che le cucine pontificie ne avessero sempre una cospicua provvista per imbandire le mense papali. Inoltre il paese di Altopascio onorava sempre i personaggi di Casa Medici con il suo prezioso vino, usanza che proseguì nel secolo seguente quando ogni anno veniva ordinato per la Festività del glorioso San Giovanni Battista diversi fiaschi di Trebbiano della “Comunità di Montecarlo”.

Più di recente, un altro importante evento segnala la presenza dei vini di Montecarlo sulla tavola delle nozze reali del Principe Umberto di Savoia e Maria Josè, al Quirinale, nel 1930. A quei tempi il vino di Montecarlo era considerato come “Lo Chablis di Montecarlo “. Nel 1870, per migliorare i propri vini, un appassionato viticoltore montecarlese, Giulio Magnani, a quel tempo proprietario della Fattoria Marchi Magnani, andò in Francia per studiare i vitigni e le tecniche di vinificazione. Si recò nella zona di Bordeaux, e da quei luoghi portò a Montecarlo il Sauvignon, il Semillon, il Merlot, il Cabernet Franc ed il Cabernet Sauvignon. Poi dalla zona del Rodano portò il Roussanne ed il Syrah, e dalla Borgogna il Pinot bianco e grigio.

Tornato a casa, cercò di capire le percentuali giuste dei vitigni da aggiungere al Trebbiano al fine di creare un vino più elegante, morbido e profumato. Proprio questi vitigni, compresi nel disciplinare del vino DOC di Montecarlo, hanno caratterizzato la peculiarità di questi vini. Ricordiamo i tre paesi che formano il territorio dei vini di Montecarlo: Altopascio, Capannori e Porcari. Pertanto con decreto del Presidente della Repubblica del 13 agosto 1969 avveniva il riconoscimento della denominazione di origine controllata del vino “Montecarlo Bianco” e l’approvazione del relativo disciplinare di produzione. Inoltre, il 1° ottobre 1985 avveniva il riconoscimento della denominazione di origine controllata del “Montecarlo Rosso”. Infine, nel 1994 ci fu un’altra modifica del disciplinare di produzione.

Dal disciplinare risulta che il Montecarlo Bianco deve essere composto dalle seguenti uve: 40-60% Trebbiano Toscano, e per il restante 40-60% da Semillon, Pinot Gris, Bianco,Vermentino; Sauvignon, Rousanne; almeno tre dei vitigni indicati devono raggiungere la percentuale del 10%. Invece per il Montecarlo Rosso il disciplinare prevede le seguenti uve: 50-75% Sangiovese, 5-15% Canaiolo nero, 10-15% Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Syrah, Cabernet Franc,cCabemet Sauvignon, Merlot. In base all’art 5 del decreto del 1994 viene riconosciuta una denominazione aggiuntiva di “Riserva del Montecarlo Rosso”, nel caso in cui il vino provenga da uve che assicurino un grado alcolometrico volumico totale minimo di 11,5%, e sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio non inferiore a due anni, di cui almeno sei mesi di affinamento in bottiglia.

Nel novembre del 1970 è stato costituito il Consorzio dei Vini DOC di Montecarlo.

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